giovedì 29 novembre 2018

Vini Corsari 2018 | Barolo




L’associazione culturale Giulia Falletti di Barolo, con la collaborazione della cantina Giuseppe Rinaldi, Les amis de la cugnette e Os Goliardos, organizza nei giorni di domenica 2 e lunedì 3 dicembre, dalle 11 alle 18, una degustazione, con possibilità di acquisto, con i vini di 30 vignaioli europei, che si terrà nel Castello comunale di Barolo.

Folta la rappresentanza di produttori del nostro paese e della Francia, con qualche presenza da Spagna, Portogallo, Germania, Austria, Grecia e Repubblica Ceca.

Tieniti aggiornato, consultando il sito web, nonché le pagine social.

 

mercoledì 21 novembre 2018

Le Grand Tasting 2018 13ème édition | Paris




Venerdì 30 novembre e sabato 1 dicembre, a Parigi, presso il Carrousel du Louvre, si terrà la tredicesima edizione de Le Grand Tasting, il salone dei vini, organizzato dai due enogiornalisti Michel Bettane et Thierry Desseauve, fondatori dell’omonima guida. 

Fondamentale e imperdibile occasione, per scoprire e degustare le eccellenze enoiche francesi – selezionate personalmente da Bettane & Dessauve - con una nutrita presenza di aziende italiane, nonché altre europee e mondiali. 

Focus, ça va sans dire, sulle gemme enologiche di casa, a cominciare dagli amati Champagnes – oltre 70 maisons - ma non solo, giacchè tutte le regioni vinicole francesi sono superbamente rappresentate.
Non a caso il sottotitolo recita “Le festival des grands vins”. Basti sfogliare l’elenco degli espositori, per rendersi conto di cosa si andrà a degustare. 

Infine, anche esclusivi Ateliers Gourmets, Master Class e Master Class Prestige, che consentiranno, previa prenotazione, di partecipare a degustazioni speciali, verticali, illustrate da esperti e/o produttori. 

Aggiornamenti in tempo reale, seguendo il sito ufficiale, nonchè le loro pagine social.


venerdì 16 novembre 2018

Agrapart & Fils Champagne 7 Crus Brut s.a.




Come ricordato fino alla noia, considero il prodotto di ingresso, la cartina di tornasole, nel bene e nel male, identificativa di ogni maison, e questo di Pascal e Fabrice, lo è, ovviamente, nel bene, più che bene, più che mai.
 
E' un pure Chardonnay, le cui uve provengono, come indica l’etichetta, da sette diversi crus. Affina almeno tre anni sui lieviti, malò sempre svolta, remuage e dégorgement rigorosamente manuali; la mia è stata sboccata a dicembre 2013.
 
Naso fresco e caleidoscopico, con fiori gialli, mela Granny in doppia cifra, botta di agrumi – mandarino e chinotto – sensazioni vegetali e di nocciola, il tutto sorretto da una intelaiatura minerale marina di forte impatto.
 
Effervescenza cremosa, per una bocca svettante in acidità e di salivazione formidabile, mentre lievita l’intensità del contesto minerale, sempre più gessoso, sempre più iodato, con nuances di cedro, origano e timo, a fare da corollario. Chiude sapido, con percentuali bulgare di profonde persistenze marine, ostriche in primis.
 
 

venerdì 9 novembre 2018

Legras & Haas Champagne Blanc de Blancs Magnum 2007



 
La purezza dello Chardonnay, proveniente dal villaggio Grand Cru di Chouilly, è cristallina e questa famiglia di viticoltori - conosciuta alcuni anni fa, nm soltanto perché comprano anche uve da fidati conferitori – sa imbottigliare questa peculiarità.
 
Quattro anni di dégorgement, portano in dote un calice luminosissimo, dal perlage davvero fine.
 
Il naso abbonda di freschissima e seducente gessosità, cui fanno da contraltare note burrose e di brioche appena sfornata, fiori bianchi e spunti fruttati – pera, pesca e pompelmo - che iniziano ad acquisire maturità.
 
Al palato la mineralità crayeuse è dirompente, lasciando spiccioli di manovra agli altri aromi, se non per leggeri tocchi agrumati. Tuttavia, questa gessosità terroiristica, basta da sola per dare completezza al sorso, il quale si dimostra equilibrato e corretto quanto a dosaggio, senza scadere in blandizie ruffiane.
Si allunga bene in chiusura, con scontati e assidui rimandi iodati.
 



domenica 28 ottobre 2018

Vini di Vignaioli Vins de Vignerons 2018 | Fornovo di Taro (Pr)



Domenica 4 e lunedì 5 novembre – sègnati le date - presso Fornovo di Taro (Pr), è tempo di “Vini di Vignaioli Vins de Vignerons”, manifestazione che quest’anno celebra la diciassettesima edizione.
Oltre 130 banchi di assaggio, di altrettanti vignaioli, italiani ed europei, pronti a farci conoscere i loro vini, ma anche olio e legumi, con possibilità di acquisto diretto.
Non mancherà, come di consueto, una nutrita schiera di aziende dell’agroalimentare di qualità e dell’editoria di settore.
Resta in contatto, col loro sito e le pagine social, per l’elenco completo dei vignaioli presenti e gli orari della manifestazione, nonchè gli ultimi aggiornamenti.

venerdì 26 ottobre 2018

Nino Barraco Grillo 2011



Nino Barraco sappiamo chi è, cosa e soprattutto come lo fa, in quel di Marsala.
A chiacchiere, tutti fanno il vino in vigna. A chiacchiere. Nino, lui, è tra coloro che può sostenere, a pieno titolo e senza tema di smentita, di farlo in vigna.

Stappo e verso nel calice questo liquido dorato e luminoso.
Di primo acchito, un filo guardingo e riservato. Tuttavia, un quarto d’ora gli è sufficiente per non tradire la sua origine.

Al naso è diretto, pulito e franco. Avverto, inequivocabilmente, ciò che le viti, col loro respiro, hanno trasferito negli acini: la salsedine, il salmastro, lo iodio, il sale, il minerale, l’alga. In mezzo a questi vortici marini, si ritaglia il suo spicchio anche un’onda fruttata di agrumi, fichi, albicocche, con una increspatura di mandorla.

Bocca di freschezza vibrante, a fortissima prevalenza iodata e salina, con marginale presenza di frutta gialla. Brevissima la durata del flacone e inversamente proporzionale alla sua persistenza. Sul palato, salmastro e salato, minerali avvolgenze di alga e ostrica, con tocchi finali di scorza di cedro.

Che gran boccia, Nino!



venerdì 19 ottobre 2018

Chateau Simone Palette Blanc 2012




Solamente tre i produttori di questa minuscola denominazione, la cui superficie – 45 ettari – è tra le più confidenziali di Francia. Village di Meyreuil, alle porte di Aix-en-Provence, dove la famiglia Rougier possiede, dal 1830, questo domaine, riferimento e icona della appellation, soprattutto per la declinazione in rosa.

La cuvée è composta da 80 parti di Clairette, 10 di Grenache Blanc, 5 di Ugni Blanc, 3 di Bourboulenc e 2 di Muscat Blanc; passa 18 mesi in barrique, di cui sei sur lies.

E’ dorato, intensamente dorato.
Naso di grande complessità, che inizia con aromi floreali, fieno e tiglio, per lasciare spazio a sentori di frutta – pera e arancia amara - e terminare con una precisa espressione vegetale di menta, salvia e un marcato accento di anice stellato.
Gran bel naso, con i toni boisée, davvero ben integrati, ad arricchire il corredo olfattivo.




Bocca freschissima e armoniosa, all’interno della quale assisto alla trasposizione fedele dello spettro olfattivo. Sorsi elegantemente grassi di mandorla e agrume, spezie e tocchi leggermente salati, con finali contrappunti minerali.
Spiccata persistenza, ad impreziosire una boccia dalla grande personalità.



venerdì 12 ottobre 2018

Bollinger Champagne Grande Année Rosè 2005



I rosè, in Bollinger, videro la luce solamente dopo la morte di Madame Lily, la quale, manifestò, a più riprese, di non amare affatto tale tipologia.

Conoscendo la versione “bianca” della GA, nutro certe aspettative. Il 2005, millesimo con più di un problema – non è il 2002, tanto per capirci - è rosé d’assemblage, con Pinot Nero 72 e Chardonnay 28, con l’aggiunta di un 5% di vino rosso, proveniente dalla celebrata parcella Côte aux Enfants.

La mia boccia – dégorgement settembre 2014 - l’ho trovata “avanti”, mentre l’avrei preferita “davanti”, già dalla cromia, in cui l’arancio, brillante, è più di un semplice riflesso.La delicata espressività del naso è matura: cannella, fiori, pesca e albicocca, profilo boisé sporgente e sigillo minerale non così pronunciato.

Al palato, l’andatura cambia leggermente e si migliora un filo, ma non al punto da farmi ricredere e recedere dalle mie convinzioni. Una maggior freschezza conferisce più dinamismo e ampiezza agli aromi, soprattutto sotto l’aspetto fruttato-speziato, con la bacca nera che cresce e ora “spalleggia” più consapevolmente.

Sorsi di persistenza e lunghezza misurate, con rimandi di fruttini rossi, ribes in particolare, e un notevole carico di tostature.
Come non convenire con lo scetticismo in rosa, non così cervellotico, di Madame Lily?



venerdì 5 ottobre 2018

Denis Montanar Merlot Borc Dodon 2011



 
Circa 13 mila flaconi per questo Merlot, proveniente da suoli sabbiosi, misti argilla, che macera una settimana in vetroresina, solo lieviti indigeni, altri 16 mesi a contatto con le fecce fini, niente chiarifica, né filtrazione.
 
L’assaggio effettuato, tempo fa, a una fiera di vini naturali, mi piacque e mi spinse a comprare alcune bottiglie, anche in virtù del fatto che, abitualmente, non stravedo per questo vitigno; tuttavia, questo di Denis, lo trovai agli antipodi dei soliti marmellatoni ruffianoni. E ora che ho testato più di una boccia, posso sostenere, che avevo “visto” bene.
 
Un bel rubino brillante, con tanta freschissima frutta rossa – ciliegia e ribes, lampone e mora – che si arricchisce di tocchi erbacei e balsamici, con una forte caratterizzazione di mineralità pietrosa e sapida.
 
In bocca si dimostra altrettanto fresco e di affilata carnosità. Niente a che vedere con le morbidezze che si incontrano solitamente. Il sorso è verticale e scattante, con una spina acida che sostiene, e rafforza, la ricchezza del frutto, mentre l’impianto minerale imprime ulteriore slancio. Piacevolissimo e di buona persistenza, scatena beva compulsiva e appaga il palato, fino alla fine, con sensazioni balsamiche e saline.
Ottimo anche nella stagione calda, servito fresco.
 

venerdì 28 settembre 2018

Benoît Lahaye Champagne Grand Cru Brut Nature s.a.




Vallata della Marna, Bouzy, uno dei 17 comuni classificati Grand Cru. Qui ha sede la piccola maison, condotta in certificazione biolgica, dal 2007, da Benoît, insieme alla moglie Valérie. All’incirca 5 ettari di vigne, per gran parte a Bouzy – un cru di riferimento assoluto per il Pinot Nero – più qualche parcella ad Ambonnay e Tauxieres.
 
Questo di oggi è il prodotto di ingresso, la carte de visite.
E’ un assemblato, per 90 parti a Pinot Nero e le restanti a Chardonnay.
L’annata di riferimento è la 2010, con il 30% di vini di riserva e sboccatura marzo 2014.
 
Il calice si veste di oro antico e regala un perlage non propriamente finissimo, anzi, piuttosto grezzo. Al naso comanda, elegantemente, ma inflessibilmente, la mineralità, la quale si fonde con i tratti peculiari della bacca nera, tanto in potenza, quanto per le espressioni di frutta rossa.
 
La bocca conferma la bolliciona, ma anche la sua determinata personalità minerale, rigorosa e severa, senza abdicare alla finezza. Il sorso ha passo affilato, privo di intemperanze e radicalismi da brut nature e ritmato da elevata acidità. 
Non molto ampio, ma profondità e persistenze non così frequenti e scontate in un “base”.
 

venerdì 21 settembre 2018

Alphonse Mellot Sancerre Blanc Génération XIX 2010




Cultura e coltura biologica e biodinamica, per questa famiglia di vignaioli della Loira che si passa il testimone, di padre in figlio, dal 1513 ed è giunta alla ventesima generazione.

Questo Sauvignon Blanc, prodotto in 6 mila flaconi, fermenta in tini di acciaio troncoconici e trascorre circa un anno sulle fecce fini.

Lampi verdi si uniscono all’oro radioso del calice.
I profumi, eleganti, netti e senza gonfia ostentazione, si esprimono, dapprima, mediante la frutta tropicale - spicca il frutto della passione – e scorza di agrumi – pompelmo e mandarino – per poi toccare territori vegetali e floreali – ortica e foglia di pomodoro, timo e ginestra – e farsi abbracciare, infine, da una solida identità minerale-marina – iodio e ostrica - che illustra, senza ambiguità, quanto lo strato kimmeridgiano sia marcatamente presente e timbri questi sottosuoli.

L’assaggio, di acidità esemplare, non diverge, di una virgola, dallo spartito olfattivo e richiama, in precisa sequenza, tanto le espressioni fruttate, quanto quelle vegetali, mentre l'assetto minerale e iodato assume sempre più peso e dimensione.

Bicchiere di terroir, dritto e strutturato, con chiusura assai persistente, sapida e, fatalmente, tutto ostrica e pietra focaia.
Huitres, ça va sans dire.