venerdì 29 dicembre 2017

Domaine Le Roc Des Anges Iglesia Vella Blanc 2010




Montner, Pirenei orientali, sotto la denominazione Côtes du Roussillon, questo Grenache Gris in purezza, da una parcella di oltre 80 anni, a pochi metri dal sito di una vecchia chiesa, Iglesia vella, in catalano.
In cantina, fermenta e invecchia in fusti di rovere da 500 litri di terzo passaggio.

Una colata d’oro nel calice, cattura il naso con intensi aromi di frutta matura - pesca, agrumi e melone – e tocchi floreali. L’ossigenazione, apre letteralmente il liquido, con affilata mineralità in primo piano, impreziosita da frutta secca – noce e mandorla – e delicate nuances di scorza d’arancia, zenzero e albicocca confit.

Olfatto che si stampa, precisamente, al palato, affascinato da finissima tessitura e vellutata tensione.
Secchissimo e salato, ampio e profondo, di persistenza che si misura in minuti.
Inutili altri giri di parole.
Purezza e precisione che emozionano.

Con agnello al forno.

venerdì 22 dicembre 2017

Master Class Prestige, Olivier Krug docet




Parigi, Carrousel du Louvre, Le Grand Tasting 2017 by Bettane & Desseauve, Master Class Prestige, Sala 1, presenta Monsieur Olivier Krug in persona.

Quattro le cuvée in degustazione, in questa successione:

Krug Grande Cuvée 164a edizione
127 vini di 11 annate differenti, in una forchetta che va dal 2008 al 1990 – per intenderci base 2008 e vini di riserva – almeno sette anni sur lattes. Tutta l’alchimia e la sapienza Krug racchiusa in un calice, dal ricchissimo e multistratificato profilo aromatico.

Krug Vintage 2004
Da un millesimo generoso, 12 anni en cave, con sorsi già in bolla, necessita, a mio modesto palato, di qualche “aggiustamento” che saprà senz’altro riconoscergli qualche tempo in più di vetro, conferendogli quella “Fraîcheur Lumineuse” che, a detta di Olivier, ha giusto intrapreso il cammino. Fatti salvi i limiti dell’annata, chioso sommessamente io.

Krug Vintage 2002
Precisione, Intensità, Pienezza, Eleganza, all’ennesima potenza.
Un carrarmato, dalla grazia espressiva sbalorditiva e senza pari.
Due calici due, per toccare e assaporare il Nirvana.

Krug Grande Cuvée 160a edizione
121 vini di 12 annate differenti, dalla più giovane 2004, fino alla più vecchia 1990 – in sintesi, base vendemmia 2004, con 35% vini di riserva - nove anni sui lieviti.
Ricorda molto il vintage 2004, agrumi e mineralità a fortissima concentrazione.
Paga pegno rispetto alla 164, uno scalone sotto abbondantemente.




Esperienza emozionante ed indimenticabile, tanto splendida da vivere, quanto difficile da raccontare.
Monsieur Krug, ha richiamato, a più riprese, due concetti sui quali, molto ma molto più modestamente, insisto anche io, fin dai primi post su Vinondo.
Il primo attiene i dosaggi, che secondo Olivier non dovrebbero mai essere assenti, o comunque troppo bassi.
Il secondo è strettamente conseguenziale e correlato e si chiama Equilibrio.
Aspetto fondamentale, sul quale ha insistito moltissimo e che ha rappresentato il fulcro del suo discorso circa l’universo Krug.




P.s.: Absit iniuria verbis, un solo, sorprendente, appunto: in tutta sincerità, non ho compreso e non ho condiviso, l'aver servito la 160 dopo il vintage 2002. 
Differenze abissali, con il palato che ha dovuto, malvolentieri, innestare la retro.



 

giovedì 23 novembre 2017

Ristorante Come a Casa | Ospedaletti (Im)



Baia di Ospedaletti, due ore di coccole da Piero & Licia, presque les pieds dans l’eau.




Cosa aggiungere sul “Cuciniere” Piero Bregliano, che ancora non sia stato detto e scritto, nonchè fresco di prestigiosa menzione nella guida Espresso de "I ristoranti d’Italia 2018"?

Cosa aggiungere di Donna Licia Casella (che non mi svela l'arcano tricologico) - d’ora in poi Micia, in confidenziale licenza letteraria, per il suo amore sconfinato per i gatti - premurosa e attenta padrona di casa, non prima di essere bravissima pasticcera autodidatta?

Cosa aggiungere, dicevo? Poco o nulla. O forse molto, partendo dal ribadire, sottolineandoli, i concetti, espressi, a più riprese, da tutti i guidaioli.
Che non sono mai banali, tanto i guidaioli, quanto i concetti.
Repetita iuvant?
Accoglienza e attenzione dell'ospite mai affettate, uso di materie prime di assoluta qualità, piatti equilibrati, per una cucina concreta e consapevole...
Carta dei vini molto ampia, per non dire sovradimensionata (cit.), per qualsivoglia profondità di tasca, dai ricarichi onesti.
Sala dialogante con la cucina, con tanto di proprietà transitiva.

Carta, oppure menù tariffato a 4 deca, 4 portate, a scelta dello Chef.


Piero a ruota libera

 Il pesto nell’acciuga
Acciughe ripiene di pesto fritte, clorofilla di prezzemolo,
composta di arancia e cipolla maison
Frittura croccantissima


 Polpo e patate
Spaghetti di patata con ragù di polpo
Raffinato equilibrio, con salivazione


 Bianconero
Ravioli del plin al nero di seppia, ripieni di scorfano, crema di fagioli bianchi di Pigna
Alta Progressione Gustativa
 Signature dish


 La carbonara al mare
Carbonara di mare, con fiori di zucca a fungere, degnamente, da uovo
Concretezza, profondità marine e cromia


Baccalà, lattuga piastrata, su bagnet rus
Acidità in levare, con contrasto di consistenze, tra il croccante della lattuga e la morbidezza del pesce


Leccia, cavolo rosso, su zuppetta di finferli
Tensione e concentrazione di sapori


Tocca a te, Micia

Tiramisù con marroni
 Capolavoro! Chapeau-bas


Gelatina all'arancia, su gelée al Campari, con tegolina agli agrumi
Rinfrescante e pulente

Per quei pochi che ancora non si sono accostati a questa tavola: fatelo!
Scoprirete un elemento non raccontabile: la Componente Emozionale che anima Piero & Micia e che vi sapranno trasmettere, non appena varcherete quella soglia.