martedì 17 maggio 2016

Paolo Bea Arboreus 2010




Questo Trebbiano Spoletino, da vecchie viti, a contatto con le bucce per 24 giorni, poi sulle fecce fini per altri 220, lieviti indigeni e assenza di controllo della temperatura, si è rivelato in tutto il suo splendore.
Quella macerazione che non snatura e non rende uguali quasi tutti i vitigni.

Oro limpidissimo nel bicchiere, comunica un naso di fieno, zafferano e miele, di agrumi e albicocca essiccata, con una proiezione minerale che, mano a mano, assume dirompente personalità.

L’assaggio è molto secco e di forte tensione acida, con una netta e dinamica conformità al linguaggio olfattivo. Sorsi verticali, golosi e rassicuranti, puliti fino all’ultima stilla, di persistenza determinata, lievemente tannica, con risvolti di sapidità ferrosa e frutta disidratata.

Un solo avvertimento: una temperatura troppo bassa lo penalizzerebbe, ergo, trattalo “quasi” con le cure che riserveresti a un rosso.

Virtuoso con pasta e fagioli.

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