venerdì 29 maggio 2015

Aoc Champagne Grande Réserve Brut s.a. Pascal Mazet




Una delle mie maison di proprietaire récoltant preferite, da sempre, a partire da quelle due splendide persone che sono Pascal e la sua consorte, tanto rigorosi nel lavoro, quanto simpaticissimi al momento della degustazione.
Siamo a Chigny-les-Roses, un piccolo villaggio della Montagna di Reims e l’azienda ha da poco completato la conversione al biologico.

Il Grande Réserve è un assemblaggio di 30 Chardonnay, 45 Pinot Meunier e 25 Pinot Noir, con il 45% di vini di riserva, invecchiati in legno e, per tutta la gamma, Pascal usa, esclusivamente, il succo della prima spremitura – cuvée – che resta sur lattes mai meno di 5 anni.

L’occhio si appaga con un giallo carico e una effervescenza fine e continua.
Il naso è multi-strato, con un forte attacco fruttato – cedro e melograno, pesca e susina – piacevolmente contrastato sia da tocchi vegetali – rosmarino e timo - che da minuziose proiezioni speziate di pepe e noce moscata. Questi attori olfattivi, ovviamente, recitano su un palcoscenico a forte tinte minerali.

Al palato è una cucchiaiata di marmellata di agrumi, mista a crema pasticcera, con la vena gessosa che si avvantaggia sul resto della compagnia. Sorso teso, di equilibrio ed elegante cremosità, che mantiene, stabilmente, freschezza e verticalità.
Il finale, di vigore e persistenza, mi consegna una bocca di vibrante sapidità gessosa, attraversata da fitte incursioni speziate.
Grande Pascal.


mercoledì 27 maggio 2015

Docg Barolo Bricco Sarmassa 2004 Brezza




Comune di Barolo, confine con la Morra, sottosuolo caratterizzato dalla presenza delle cosiddette marne fossili di Sant’Agata. Il Bricco è la parcella sulla sommità, nonché la vigna più vecchia, racchiusa nel cru Sarmassa – un cru nel cru – di 2,5 ettari con ceppi di oltre 60 anni, eccetto una piccola porzione, reimpiantata nel 2000.
Inquadrare i Barolo dei Brezza, significa, in primis, lunghe macerazioni e botte da 30 hl.
La mia è la 2.449esima di 5800 bottiglie (più 600 magnum).

Il bicchiere si illumina di un caldo granato trasparente.
Al naso parte floreale e vegetale, con profumi di viola, timo e alloro, per poi scoprire un sinuoso fianco fruttato – prugna e ciliegia, fragolina e lampone – unito a diffusi cenni speziati – pepe e macis – e inserti di china e cacao.

All’assaggio, la freschezza da Nebbiolo di razza si alterna, a tratti, con un motore alcolico non sempre in bolla, la cui frizione slitta di quando in quando. Per il resto, ritrovo materia e complessità, struttura e dinamismo, con tannino fitto e granitico.
Finale persistente, per una bocca ardente, avvolta da rabarbaro e radice di liquirizia.

Annata molto potente e longeva - con gli ultimi tasselli in cerca di incastri millimetrici - che ci regalerà vibranti emozioni.


lunedì 25 maggio 2015

Cosi è (se vi pare)



dj dc
di corsa, senza vocali(st)

Venerdì 22 maggio, a Palermo, all’imprenditore e banchiere veneto, Gianni Zonin, è stata conferita una laurea ad honorem, in “Imprenditorialità e qualità del sistema agro-alimentare”.
Nella sua lectio magistralis, non mi ha colto in contropiede questa asserzione: “Il settore del vino in Italia conta 400.000 viticoltori. Però le aziende della dimensione della nostra Casa Vinicola si contano sulle dita di una mano. Il “piccolo” (che era bello negli anni Sessanta, in tutti i settori dell’economia italiana) oggi è diventato un handicap che impedisce al nostro Paese di crescere e competere”.

Eh sì, il piccolo è diventato un handicap.
Come non inchinarsi, per l'ennesima volta, dinanzi a cotanta scienza?
Dalla terra di Pirandello.


venerdì 22 maggio 2015

Aoc Champagne Petraea XCVII - MMV Brut s.a. Raymond Boulard et Fils




La réserve perpétuelle, prima che i figli di Raymond – Hélène, Dominique e Francis – intraprendessero, all’inizio del 2010, il proprio percorso professionale.

E’ un assemblato dei 3 vitigni classici – 60 Pinot Nero, 20 a cranio Chardonnay e Pinot Meunier – che si basa sul metodo meglio conosciuto come “Solera”, ma che i cugini, da buoni sciovinisti, chiamano riserva perpetua.
Come recitano i numeri romani in etichetta, sono comprese le vendemmie dal 1997 al 2005, le vinificazioni avvengono separatamente, si ricorre all’uso di barriques, anche nuove, lieviti indigeni, no chiarifiche e filtrazioni.
Il mio flacone ha subito dégorgement il 2 agosto 2008.

Stile ossidativo o ossidazione tout court. Piace? Non piace? Dipende. Qualcuno lo considera un difetto.

Al naso è fresco, ancorchè la declinazione dei sentori sia dominata, giocoforza, dai toni confits. Trovo frutta esotica caramellata, una bella pera, del burro, nocciola tostata e miele, pepe bianco e gessosa mineralità. A sette anni dalla sboccatura, tuttavia, mi sarei aspettato una migliore fusione del legno, che grava sullo spettro olfattivo, con qualche paletto a ostacolare la complessità.

Al palato entra grasso, vinoso e legnoso. L’assaggio evidenzia, maggiormente, il profilo ossidato del sorso che, nondimeno, scopro molto secco, tagliente e di fine effervescenza. Il tempo non aiuta e rimangono, purtroppo, le tante schegge boisé che, andando oltre le semplici tostature, intervengono anche sulla vivacità di beva.
Un vino maturo, un legno giovane: la mia boccia, con qualcosa fuori asse.Oops!


mercoledì 20 maggio 2015

Le Splendid | Lyon



E’ una delle due brasserie di Georges Blanc, che trovi a Lione,
con lo Chef che ti spadella sotto il naso!


 Rosso sobrio dappertutto


Diversi menù, o carta.
 Questo il menù, serale, del giorno, a 25 euri, due in meno a pranzo.
Un sogno, in Francia, la sera, queste cifre, per tre piatti. Forse non solo in Francia!



Dati i prezzi  a s s u r d i  delle bolle, restiamo in territorio di Georges.
Niente male questo Chardonnay: fruttato, minerale, sapido...



Cocktail di gamberetti, crema di avocado e pomodorino confit
Preciso



Filetto di merluzzo, verdure saltate, patata vitalotta e aneto
Compatto e croccante



Torta di pere
Semplice e buona



Piatti corretti, servizio puntuale, cordiale e simpatico, 
rapporto prezzo/felicità imbattibile.

Voilà, c'est tout.