martedì 18 novembre 2014

Vdt Bianco Testalonga 2009 Antonio Perrino




Oro carico, denso e intenso, quasi oleoso. E’ trascorso un lustro, Nino ne ha fatti dieci lustri, di vendemmie.

Al naso vince il mare, con i suoi flutti, i suoi cavalloni, più salati che sapidi, i quali permettono, malvolentieri e con riottosità, l’alternarsi della macchia mediterranea verde e secca – resina, pigna, ginepro - con lo zafferano e un debole fruttato che tropicaleggia.
Un tocco idrocarburico graffia, fino a tatuare, in modo indelebile, una mineralità rocciosa di alto profilo.

Anche l’assaggio, freschissimo, ha come protagonista indiscusso il mare. La bocca rivive, simmetricamente, gli atteggiamenti olfattivi, ed è molto sbilanciata – quasi a totale appannaggio – verso i sapori marini, che invadono e si impadroniscono del palato attraverso un sorso che sa essere secco, secchissimo, salato e pervaso di salsedine, con sfumature iodate che poco alla volta acquisiscono spessore e personalità. Fortemente persistente, con acidità elettrizzante.

Boccia che, intuito il suo potenziale - ampiezza e complessità in fieri - ho scelto di abbinare…a nulla.

Il centellinarla, dopo cena, mi ha condotto in altra dimensione spazio-(a)temporale.

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