venerdì 21 novembre 2014

Docg Barolo Bussia 2005 Giacomo Fenocchio




Classico e varietale, sono le prime due parole, emblematiche e significative, che mi vengono in mente, qualora volessi estremamente sintetizzare l’interpretazione che dà Claudio Fenocchio del cru Bussia. E il racconto potrebbe chiudersi qui per chi frequenta questi pixel, chè leggendomi, si sarà fatta una idea del sottoscritto quanto a gusti liquidi.

Classico: trenta mesi botte grande. Varietale: è lui, Nebbiolo.
Il calice si colora di granato, con pulizia e freschezza aromatica che mi stanno aspettando. Molta frutta rossa, a tratti anche sotto spirito – prugna e ciliegia –  un nitido floreale di rosa e viola e un bel ricamo speziato.
La successiva roteazione regala sì una fresca ventata balsamica, tuttavia è la liquirizia, l’inconfondibile marchio d’origine della Bussia, che assume presenza di alto profilo.

Palato di eleganza e freschezza vibranti e coerentemente allineato alla espressione olfattiva. C’è una armonica fusione tra l’aspetto fruttato e quello speziato, con una piacevole e fitta carica tannica, che si sta ammorbidendo, e un controllo dell’alcol mai in bilico.
Sorso di spessore e di equilibrio, in continua progressione e molto persistente, con un ricco finale di tabacco, cuoio e liquirizia.

Abbinamento? Classico: brasato.


Nessun commento:

Posta un commento