Due premesse: seguo con attenzione - e bevo e
scrivo sovente di questa tipologia di vini - a tutto tondo e scevro da preconcetti, tutto
il movimento e i movimenti dei vini naturali, vinoveristi, vinnaturisti
e compagnia; non mi piace fare il bastian contrario tanto per.
L’acquisto di questo boccia, fatta alla scorsa
edizione di Vini di Vignaioli a Fornovo mi è stato suggerito da più parti, chiacchierando
con molti appassionati ed esperti che frequentano i banchi d’assaggio di queste
rassegne.
Io naturalmente
mi sono fidato e ora sono qua a raccontarvela.
Sgombro il campo da equivoci e vi dico che qui non discuto né il lavoro, né la serietà del produttore, tuttavia questa interpretazione del vitigno non mi ha affatto convinto, a dispetto di belle recensioni che ho letto da più parti e che rispetto.
Sgombro il campo da equivoci e vi dico che qui non discuto né il lavoro, né la serietà del produttore, tuttavia questa interpretazione del vitigno non mi ha affatto convinto, a dispetto di belle recensioni che ho letto da più parti e che rispetto.
Questo è un orange wine, macerato, tanto per capirci, che passa una decina di
giorni, o giù di lì, sulle bucce. Io sono dell’opinione che, non sempre, ma molte
volte, la (lunga) macerazione, finisca per far perdere il varietale al vitigno
e generi omologazioni.
Nel calice alta viscosità per un oro d’antan, un filo torbido. Al naso si
rivela piatto, privo di freschezza, con sentori di agrumi canditi, un tocco di
fieno, camomilla e tanto miele.
In bocca non cambia passo, entra fiacco e
strutturato, pur con i richiami delle suggestioni olfattive. Il sorso, molto grasso
e corpulento, è fermo ai blocchi di partenza, per via di una acidità che non
arriva, e non arriverà, ergo, bassa
tensione di beva. E’ mancata, infine, la caratteristica che trovo nei vini di
quelle zone: la classica mineralità carsica.
Ora, senza farne un casus belli e al di là del fatto che, come sostenuto alla irritazione,
una sola boccia non sia assunto sufficiente per enucleare modelli generali
attendibili e veritieri, mi interrogo se, nei bianchi, sovente il varietale non risulti mortificato
dalla (troppa) macerazione.
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