venerdì 10 ottobre 2014

Igp Sicilia Saray 2009 Porta del Vento



Avevo ancora sete, dopo cena, di qualcosa di “caldo”, ma non distillato, di qualcosa che mi facesse da guanciale. Scendo in cantina, lo punto, lo estraggo dalla rastrelliera, 13 gradi lui, uno in più la cave. Aggiudicato.

Ho già scritto altre volte - mai abbastanza, lo so - dei vini di Marco Sferlazzo.

Il Saray è Catarratto, in purezza. Quell’ambrato – trenta giorni sulle bucce, senza solforosa, con lieviti indigeni - radioso, solare e vibrante, che dapprima ti incuriosisce la vista, ti corteggia il naso poi e, infine, ti conquista e ti possiede il palato.

Naso loquace e sincerissimo, che non abiura le sue origini. Di freschezza martellante, sguinzaglia le peculiarità siciliane, partendo dalla frutta – melograno e dattero, melone e albicocca, un mix di agrumi – per toccare le espressioni vegetali delle macchia mediterranea isolana.
Un solido impianto minerale e salmastro mi spedisce in overdose i recettori.

La stessa, incitante e asciutta freschezza, la incontro al palato, che certifica la traduzione, armoniosamente simmetrica, degli aromi olfattivi in sapori. Riecco la frutta gialla e rossa, con la scorza di cedro, l’albicocca e il dattero davvero svettanti, mentre sale ancora di intensità l’aspetto salmastro, con picchi salini sferzanti.
Sorso di carattere, lungo e assai persistente che, con il dilatarsi della temperatura, mi regala un finale di mandorle, spezie e fichi sciroppati.

Con le stesse cure che riserviamo ai rossi, iniziando dalla temperatura. Me raccumanno.


Nessun commento:

Posta un commento