giovedì 26 giugno 2014

Aoc Champagne Blason Rosé Brut s.a. Perrier-Jouët





Il rosé, non millesimato, di oggi – 50 Pinot Nero, 25 Chardonnay e 25 Pinot Meunier - è chiamato, per la sua lavorazione, rosé de melange; vale a dire, nella fase di assemblaggio della cuvée e prima della presa di spuma, viene aggiunto del vino rosso, che, nella fattispecie, si aggira intorno ai 12-15 punti percentuali.
Sboccatura, come si conviene a molti, troppi, in Champagne, non riportata. Posso solo dire che la boccia sostava da oltre un anno nella mia cantina e, visto il tappo, direi che un altro annetto in negozio, da Madame Salvatori, ad Epernay, se l’è fatto, di sicuro.

Nel calice è rosa scarico - ora più modaiolo descriverlo color buccia di cipolla - ma ci sta anche bene dire di un bel ramato, sempre scarico. L’effervescenza è tantissima e duratura, con carbonica assai fine e persistente.

Al naso una notona – ahimè - dolce che accompagnerà, praticamente, tutto il viaggio, assai breve del flacone, dal bicchiere alla gola. E qui vi ho già svelato, subito, della facilità, o fragilità, di beva.
Sotto questa dolcezza, si intravede un bel frutto che va dal ribes maturo, all’arancia rossa, da un tocco di chinotto ad intensi cenni di rosa e tanta cipria. Poca mineralità e una righina di speziatura chiudono il quadretto.


Il palato – di bolla finissima - rotondo, abbastanza fresco e vinoso, riprende la linea olfattiva, con il suo seguito di dolcezze che, talvolta, coprono la piacevolezza del floreale e dei frutti rossi. Qui - vado a spanne - si dosa intorno ai 9barra10 gr./l. e senz’altro, anche una acidità non formidabile, fatica a tenere al guinzaglio la liqueur, ancorché, a tratti, le dolcezze iniziali del sorso siano bilanciate da note finali piacevolmente amaricanti.
Termina non molto lungo e con discreta persistenza, tuttavia, come ricordato, con frenetica bevibilità.

Avrei preferito un po’ meno dolcezze, anche se un po’ lo avevo previsto e tutto sommato, l’abbinamento con insalatina tiepida di polpo del Mare Nostrum, patate del mio orto e olio evo biologico grossetano, si è rivelato tutt’altro che peregrino.

Se siete in zona conquista “quota rosa”, come la chiama Marco 50&50, lo suggerisco perché, ne sono certo, la privilegiata saprà apprezzare. Poi toccherà a voi, amanti degli orizzonti verticali, portarla, poco alla volta, su sentieri più ruvidi ma, sia chiaro, senza metterla in pericolo.
Questo, nondimeno, è un altro paio di maniche.




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