martedì 21 gennaio 2014

Aoc Champagne Terroirs Extra Brut s.a. Agrapart & Fils






Terroirs, nomen omen. Il post potrebbe chiudersi qui, dato un lemma così esaustivo. Tutto il resto, sono i consueti e triti bla bla, ma tant’è.

La sede di questa maison di r.m. è ad Avize, Costa dei Bianchi. Dunque – qualora non fosse chiaro - parliamo di Chardonnay in purezza, figlio di 4 terroirs differenti – Avize, Oger, Cramant, Oiry – parliamo di vinificazione parcellare, di malò svolta e di 4 anni sur lies. La mia boccia ha quasi due anni di degorgio.

E’ oro sfavillante, con riflessi tendenti al verde. Il perlage è finissimo e incessante. Il naso è segnato da una affascinante e verticalissima mineralità gessosa – tremendamente dominante – cui fanno da sfondo aromi di fiori e frutta bianca – gelsomino, mela, pera – con, a completare, tocchi di nocciola, miele, caramello e caffè.

In bocca non è freschissimo, di più, con effervescenza, in pratica, impercettibile. Bocca tutta impostata sulla mineralità, alla enne potenza, che, sostenuta da un’acidità “da katana”, assume una struttura superba, pinotnereggiante. Un extra brut - 5 grammi di dosaggio - che sembra, a tutti gli effetti, un dosaggio zero, tanto è affilato.
Ampiezza, larghezza e grassezza inusitate, (quasi) mai viste in un blanc de blancs. Il sorso è lunghissimo e persistentissimo, tutto declinato su note gessose e sapide, che concedono spazi esigui a cenni di frutta candita e torrefazione. Una drittezza sconvolgente, sposata ad una avvolgenza suadente – due aspetti che solo in apparenza parrebbero in antitesi – magnificano una masticabile e rara pienezza gustativa.
Il miglior bdb, sans année, bevuto negli ultimi anni.
Terroirs, nome omen. L’avevo scritto che il resto era aria fritta.

 


Racconto un altro champagne extra brut a questo indirizzo:

 

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