mercoledì 25 dicembre 2013

Aoc Champagne Brut Assemblage 1996 Bruno Paillard





Per me, quando si tratta di festa, qualora a qualcuno fosse sfuggito, vi è un solo vino degno di incarnare e di esprimere, al meglio, tale concetto. Oggi è festa, ergo Champagne.

Lo trovai - e lo comprai - due anni fa. Vagava, solitario e randagio, su uno scaffale, quasi deserto e pure ben illuminato, di un iper del centro Italia. Lì per lì, esitai un attimo, poi capitolai, anche in virtù di un prezzo parecchio invitante. Ricordo come il millesimo in questione si sia rivelato storico per la Champagne, forse più in bottiglia, che non come andamento stagionale, secondo quanto asserito da molti produttori.

Solo la prima pressatura per questo assemblage – sboccatura aprile 2007, undici anni sui lieviti - composto da 52 parti di Chardonnay e 48 di Pinot Noir.
Nel bicchiere un dorato luminosissimo, dal perlage molto sottile. Libero il collo, giusto per ossigenare, e resto travolto dalla freschezza. Agrumi canditi – cedro e mandarino – poi camomilla, fieno, miele e mandorle tostate. Lascio passare mezz’oretta e il naso è diventato più generoso, più ampio e cesellato. Adesso si mostrano caffè e tabacco, foglie bagnate, champignons, humus, iodio, gesso ed energica mineralità.

L’attacco in bocca è cremoso e suadente, la bollicina delicatissima e riscontro esatta simmetria con il quadro olfattivo. Sottolineo come, nonostante la sua maturità, l’acidità costituisca, ancora, parte viva e integrante del sorso. La spalla, in gran forma, del Pinot Nero, proietta in orbita una progressione gustativa gia convincente di suo. Mentre lo gusto, lentamente emergono, affilati tocchi gessosi e salmastri, uniti a vigorosa sapidità. Termina, ahimè, la bottiglia, ma tiene botta, eccome, la persistenza. La bocca, infatti, è uno scrigno che custodisce, per lunghissimo tempo, i segni di una tenacia gustativa, difficile da eguagliare, infiammata da tensione minerale, rincorsa da agrumi canditi, fichi sciroppati, caffè e spezie. Champagne (anche) da meditazione.

Si trova ancora qualche flacone in giro. Se vi capita, e se l’ampiezza della vostra tasca lo approva, approfittatene.

A tutti voi, lettrici e lettori, il mio più caro augurio di Buon Natale. Prosit.


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