sabato 2 novembre 2013

101






Quello che state leggendo è il post numero 101. Niente da celebrare, sia chiaro, ma mi piacciono i numeri dispari, in particolare i cosiddetti numeri primi.

Lo scopo di questa breve chiacchierata è giusto quello di ribadire alcuni concetti e di rispondere indirettamente, ma ufficialmente – nero su bianco – ad alcune domande e osservazioni che mi sono state fatte da qualche amico-lettore.

Quasi tutte le bottiglie recensite – 99,99 percento periodico - sono state acquistate e pagate dal sottoscritto. Per quelle ricevute in omaggio, c’è la disculpa scritta. Ho una serie di conoscenti e/o amici produttori da cui acquisto, regolarmente, i loro prodotti e, pagando, rivendico il diritto di scrivere - educatamente e con rispetto sacrosanto del loro lavoro - ciò che mi ha trasmesso il liquido, aspetti negativi compresi. Non sto insinuando che, non pagando, non si possa essere comunque obiettivi, onesti e imparziali. Ribadisco che io corrispondo, fieramente.

Recensisco di tutto, bottiglie con o senza problemi, grossi o piccoli. Ovvio, vi risparmio quelle “tappate” o totalmente defunte. Leggo con piacere, e una certa invidia, che su altri blogs, autorevoli giornalisti, commentatori, sommelliers et similia distribuiscono voti altissimi – novemmezzo su dieci, diciannove ventesimi, ben oltre i 90 centesimi. Oltre che bravi, sono anche fortunati – nei loro calici sempre e solo bottiglie splendide – mentre io, non di rado, ne becco anche di storte, o non così eccelse. Nondimeno, mi piace insistere sul concetto che ogni bottiglia è unica e quella che ho bevuto e di cui scrivo, non sarà mai uguale alla vostra e viceversa.

Non esprimo voti perché, in primo luogo, non ne sono capace, li ritengo riduttivi - discussioni logorroiche per un centesimo – e, infine, non mi sono mai piaciuti. Baldo Cappellano docet.

Per il momento, mi astengo dal recensire ristoranti di amici, giacché, finire in un cul-de sac, rappresenterebbe solo il male minore. Nei loro confronti, proprio per via del conflitto di interesse, sarei ancor più intransigente e irremovibile e, si sa, non tutti riconoscono e accettano, di buon grado, i segni meno. Allorchè deciderò di fare solamente pura comunicazione, forse troveranno posto anche i miei amici ristoratori. O forse, a quel punto, smetterò io di scrivere di ristorazione.

Infine, non ricorro, mai, alla polemica tout court, quella tanto per, quella che getta solo benzina sul fuoco, quella che la butta sempre in caciara - not my way - ancorché, sia fin troppo consapevole che ciò significherebbe più visibilità e più lettori.
Agli schiamazzi e starnazzamenti da pollaio, preferisco, da sempre, l’understatement.



(immagine tratta dal web)

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